Dai contabilizzatori di calore solo il 5% di risparmio

I contabilizzatori di calore, quei piccoli apparecchi che hanno invaso le case degli italiani, presenti su decine di milioni di caloriferi, non stanno dando i risultati sperati. Quanto meno sotto il profilo del risparmio. I dati generali — scrive Il Sole 24 Ore — parlano di un risparmio globale di circa il 5% se non sono stati fatti interventi reali come coibentazioni o cappotti termici. E di innumerevoli liti fra condòmini. Un tema, quello dei contabilizzatori, che ritorna di interesse nel momento in cui ormai in tutta Italia sono accesi gli impianti di riscaldamento. I problemi si concentrano in primo luogo sui «consumi involontari», che la nuova norma Uni 10200 (versione 2018) ha accompagnato ai «millesimi energetici». Il termine «consumi involontari» è diventato di uso comune anche se spesso si finisce per denominarli «costi fissi». Questa componente va corrisposta da tutti i condòmini, anche quelli che nell’arco dell’intera stagione termica non hanno generato consumo. Inoltre, e di questo si parla poco, la bolletta condominiale prevede quasi sempre costi fissi che sono determinati da voci presenti in fattura e che non hanno a che fare i consumi, volontari o involontari che siano: impegni contrattuali, nolo del contatore, oneri amministrativi vari e così via. Queste spese, al netto di adeguamenti contrattuali — continua Il Sole 24 Ore — rimangono costanti e indipendenti dai consumi effettivi. L’impatto delle componenti indipendenti dal consumo sui costi globali della bolletta condominiale varia notevolmente da caso a caso: risulta molto contenuto nelle forniture di gas metano mentre può arrivare anche oltre il 30-40% del totale nei casi di teleriscaldamento. Insomma, un bel pagare per chi non consuma.

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